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Vedere la violenza: immagini e critica

Authorized Users Only
2019
Authors
Zaharijević, Adriana
Article (Published version)
Metadata
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Abstract
Questo mio testo deve molto alla lettura di Davanti al dolore degli altri di Susan Sontag. Il trafiletto che si trova nel frontespizio dell’edizione inglese del libro – “un’analisi acuta della nostra insensibilità di fronte alle immagini dell’orrore” – e ha quasi la funzione di un sottotitolo mi ha spinto a iniziare a pensare a che cosa significhi diventare insensibili di fronte a un’immagine, essere criticamente inebetiti e inebetite, perderne il senso o farsi paralizzare da essa. Naturalmente, il piccolo libro di Sontag non rappresenta l’unica possibilità di accesso al mondo delle immagini. L’ambito della fotografia è stato ampiamente discusso fin dalla prima introduzione dei fotogrammi nella nostra realtà ottica e discorsiva. La prima domanda è: a partire da quali posizioni reagiamo alle immagini della violenza? La seconda, articolata in maniera leggermente manichea, è: che cosa fanno le immagini? Ci perseguitano o hanno la capacità di farci comprendere qualcosa e forse di produrr...e una risposta critica? Lo stesso vale per l’altra dimensione cui il testo fa riferimento, la violenza, altro tema infinitamente dibattuto. Tuttavia, Davanti al dolore degli altri pone due domande significative per una riflessione che unisca le immagini con la critica e fornisce risposte precise, per quanto discutibili.

Keywords:
fotografija / ratna fotografija / kritika / slike užasa
Source:
Aut Aut, 2019, 384, 58-76
Publisher:
  • La Nuova Italia Editrice
Projects:
  • Politics of Social Memory and National Identity: Regional and European Context (RS-179049)
Note:
  • Traduzione dall’inglese di Sergia Adamo

ISSN: 0005-0601

[ Google Scholar ]
URI
http://rifdt.instifdt.bg.ac.rs/123456789/2168
Collections
  • Radovi istraživača
Institution
IFDT
TY  - JOUR
AU  - Zaharijević, Adriana
PY  - 2019
UR  - http://rifdt.instifdt.bg.ac.rs/123456789/2168
AB  - Questo mio testo deve molto alla lettura di Davanti al dolore degli altri di Susan Sontag. Il trafiletto che si trova nel frontespizio dell’edizione inglese del libro – “un’analisi acuta della nostra
insensibilità di fronte alle immagini dell’orrore” – e ha quasi la funzione di un sottotitolo mi ha spinto a iniziare a pensare a che cosa significhi diventare insensibili di fronte a un’immagine, essere
criticamente inebetiti e inebetite, perderne il senso o farsi paralizzare da essa. Naturalmente, il piccolo libro di Sontag non rappresenta l’unica possibilità di accesso al mondo delle immagini. L’ambito della fotografia è stato ampiamente discusso fin dalla prima introduzione dei fotogrammi nella nostra realtà ottica e discorsiva. La prima domanda è: a partire da quali posizioni reagiamo alle immagini della violenza? La seconda, articolata in maniera leggermente manichea, è: che cosa fanno le immagini? Ci perseguitano o hanno la capacità di farci comprendere qualcosa e forse di produrre una risposta critica? Lo stesso vale per l’altra dimensione cui il testo fa riferimento,
la violenza, altro tema infinitamente dibattuto. Tuttavia, Davanti al
dolore degli altri pone due domande significative per una riflessione
che unisca le immagini con la critica e fornisce risposte precise,
per quanto discutibili.
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T1  - Vedere la violenza: immagini e critica
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SP  - 58
EP  - 76
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Zaharijević Adriana, "Vedere la violenza: immagini e critica" 384 (2019):58-76

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