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dc.contributorBobbio, Luigi
dc.creatorFiket, Irena
dc.creatorOlmastroni, Francesco
dc.creatorIsernia, Pierangelo
dc.date.accessioned2018-07-09T11:58:40Z
dc.date.available2018-07-09T11:58:40Z
dc.date.issued2013
dc.identifier.isbn9788843068241
dc.identifier.urihttp://www.carocci.it/index.php?option=com_carocci&task=schedalibro&Itemid=72&isbn=9788843068241
dc.identifier.urihttp://rifdt.instifdt.bg.ac.rs/123456789/1741
dc.description.abstractUna caratteristica distintiva della teoria deliberativa rispetto ad altre teorie della democrazia è la sua pretesa trasformativa delle persone (Warren, 1992). Coloro che partecipano a un processo deliberativo si trasformano, per effetto di questa esperienza, in cittadini migliori: più informati, più razionali, più motivati e più tolleranti verso punti di vista diversi dal loro e, per conseguenza di ciò, più capaci di trovare un terreno di convergenza comune e, quindi, di produrre decisioni più illuminate (Mendelberg, 2002). Tra le manifestazioni di questi effetti trasformativi della deliberazione sono stati indicati dalla letteratura il cambiamento di opinione, la convergenza su posizioni comuni e l’apertura alla varietà e alla diversità di posizioni e di argomenti (Luskin, Fishkin, Jowell, 2002; Sturgis, Roberts, Allum, 2005; Neblo, 2005; Andersen, Hansen, 2007; Setälä, Grönlund, Herne, 2010). La discussione è tuttavia ancora aperta sulla natura e sulle determinanti di questi cambiamenti. Più precisamente, si dibatte se tali effetti siano una conseguenza diretta del processo di partecipazione a una discussione deliberativa ovvero se alcuni individui abbiano capacità deliberative tali da rendere per loro più facile cambiare opinione, convergere sulle soluzioni mediane o essere più aperti verso posizioni differenti dalle proprie. In effetti, quando si arriva a discutere della capacità deliberativa degli individui, la letteratura teorica è ambigua sul punto se tali effetti siano il prodotto di caratteristiche individuali (Mutz, 2008) o piuttosto il risultato diretto del processo in cui i partecipanti sono immersi (Neblo, 2005). In questo capitolo cerchiamo di esplorare in maniera sistematica il contributo di questi due ordini di fattori – la capacità deliberativa dei cittadini e quella del setting istituzionale – sul cambiamento di atteggiamento, sulla ricerca del consenso e sull’apertura verso le posizioni diverse dalla propria nei mini-pubblici deliberativi 1. La nostra analisi empirica si basa su un gruppo eterogeneo di casi, tenutisi tutti in Italia tra il 2007 e il 2011, e per i quali sono disponibili dati di livello individuale 2. Sulla base delle nostre analisi, i fattori strutturali e di contesto emergono come relativamente più influenti di quelli individuali nello spiegare gli effetti da noi esaminati. La capacità del contesto di generare buona deliberazione sembra prevalere rispetto alle capacità individuali nel produrre i risultati attesi dalla teoria.it
dc.language.isoitsr
dc.publisherRoma: Caroccisr
dc.rightsrestrictedAccesssr
dc.sourceLa qualità della deliberazione. Studio sui processi dialogici tra cittadinisr
dc.subjectpublic deliberationsr
dc.subjectdeliberative consensussr
dc.subjectdeliberative capacities of the citizenssr
dc.titleQualità della deliberazione e capacità deliberativa: un’analisi comparata delle esperienze italianeit
dc.typebookPartsr
dc.rights.licenseARRsr
dcterms.abstractФикет, Ирена; Олмастрони, Францесцо; Исерниа, Пиерангело;
dc.rights.holderCarocci editore S.p.A., Romasr
dc.citation.spage323
dc.citation.epage364
dc.type.versionpublishedVersionsr
dc.identifier.rcubhttps://hdl.handle.net/21.15107/rcub_rifdt_1741


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